Nel nostro mondo ‘moderno’, dove le informazioni sono a portata di mano e la pressione sulle prestazioni è elevata, è facile rimanere intrappolati in un circolo vizioso di sovrappensiero. Questa abitudine può farci sentire come se fossimo sempre occupati, ma in qualche modo finiamo per avere la sensazione di aver realizzato ben poco.
Alan Watts, un famoso “intrattenitore filosofico”, noto per i suoi sforzi di collegare la filosofia orientale con la cultura occidentale, una volta ha condiviso una potente intuizione proprio su questo tema.
Ha detto: “Una persona che pensa tutto il tempo non ha nulla a cui pensare, se non i pensieri. Quindi, perde il contatto con la realtà e vive in un mondo di illusioni. Per pensieri intendo, nello specifico, il chiacchiericcio nel cranio, la ripetizione perpetua e compulsiva di parole, di conti e di calcoli. Non sto dicendo che il pensiero sia cattivo; come tutto il resto, è utile con moderazione, un buon servitore ma un cattivo padrone. E tutti i cosiddetti popoli civilizzati sono diventati sempre più pazzi e autodistruttivi, perché attraverso il pensiero eccessivo hanno perso il contatto con la realtà. Cioè confondiamo segni, parole, numeri, simboli e idee con il mondo reale. La maggior parte di noi preferisce il denaro alla ricchezza tangibile. E una grande occasione è in qualche modo rovinata per noi se non viene fotografata”.
Attraverso questa semplice ma profonda affermazione, Watts fa luce sulla trappola dell’eccesso di pensieri e sull’importanza di liberarsi per impegnarsi veramente nella vita.
Mentre ci immergiamo nella sua saggezza, esploriamo come possiamo trovare un equilibrio più sano tra pensiero e azione, assicurandoci di non esistere solo nella nostra mente, ma di prosperare nel mondo reale.
Quando parla del “chiacchiericcio nel cranio”, si riferisce al flusso costante, spesso inutile, di pensieri che occupano la nostra mente. Non si tratta solo di pianificare o riflettere, ma di un’iper-analisi compulsiva che può portare alla paralisi da analisi. Immagina di cercare di decidere cosa mangiare a colazione e di finire per mettere in discussione le scelte di tutta la tua vita. Suona familiare, vero?
Watts non sta dicendo che il pensiero è intrinsecamente negativo. Dopo tutto, è la nostra capacità di pensare che ci permette di risolvere i problemi, fare progetti e creare cose belle. Tuttavia, sottolinea la moderazione. Come un buon servitore, il pensiero deve aiutarci a navigare nella vita, non a controllarla.
Quando lasciamo che i nostri pensieri diventino il nostro padrone, rischiamo di perdere il contatto con il mondo tangibile che ci circonda: il calore del sole sulla pelle, la risata di un amico, la bellezza di un fiore che sboccia. Queste esperienze sono ciò che rende la vita reale e significativa.
C’è poi da evidenziare un problema sociale: siamo diventati così assorbiti da segni, parole, numeri, simboli e idee da confonderli con il mondo reale. Questa confusione ci porta a privilegiare concetti astratti come il denaro rispetto a ricchezze tangibili, come la salute, le relazioni e la crescita personale. Tutti abbiamo sentito la frase “il denaro non può comprare la felicità”, ma è facile dimenticarla quando siamo presi dai nostri pensieri sul raggiungimento del successo e sull’accumulo di ricchezza.
Perché non iniziare a vedere l’importanza di riconnetterci con la realtà che ci circonda, apprezzando la vita così com’è, non solo come la pensiamo?
Luisa Casagrande | Senior Mentor & Trainer Métissage Dynamics© | Autrice di
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