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Mese: Novembre 2024

Emigrante Italiano in Nigeria: l’ambiguità del lutto culturale – #casestudy sul lutto migratorio

Come sapete, periodicamente, per brevi slots e parallelamente ai programmi di formazione e orientamento alle Aziende, Organizzazioni e Istituzioni educative, offro consulenza e Mentoring individuale 1:1 a chi sentisse il bisogno di fare chiarezza nel proprio percorso professionale e/o personale, soprattutto nel contesto di cambiamenti culturali, lavorando in profondità per offrire un modo nuovo di pensare ed immaginare la diversità in tutta la sua complessità.

In questo ultimo ciclo (che terminerà domani) ho avuto il privilegio di lavorare con Enrico Maria (che qui mi rilascia totale libertà di condividere il nostro lavoro insieme), un ingegnere di Vicenza che, dopo una lunga esperienza in alcuni stati Africani, ha deciso di fermarsi in Nigeria ed iniziare una nuova vita, fatta di stabilità e qualche responsabilità in meno. Mi contatta, però, perché sta vivendo un periodo particolarmente complicato, fatto di confusione, incertezza, a tratti di paura, pur essendo consapevole del fatto che emigrare è un evento che incide profondamente nella vita di chiunque, e che rappresenta un’esperienza con tanti cambiamenti che occorre affrontare.

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Consulenza e Formazione: le imprese di Sisifo in Italia.

In un incontro tra amici imprenditori ieri si è parlato moltissimo della mia esperienza italiana di professionista in un ambito saturo e particolarmente aleatoria: quello della consulenza e della formazione.
In un contesto anglosassone, dove ho operato per decenni nel fornire consulenza e formazione, è qualcosa di attivamente interessante legata a vari fattori culturali, economici e di mentalità. In particolare, l’industria della consulenza e formazione ha dinamiche diverse a seconda del contesto in cui viene applicata, e la percezione che si ha di questi settori varia a seconda della mentalità imprenditoriale e dell’approccio al cambiamento. Sono visti come strumenti strategici per l’evoluzione e la competitività, mentre , in Italia c’è ancora una certa resistenza a considerare questi servizi come investimenti indispensabili per il miglioramento a lungo termine. La visione più pragmatica, la cultura aziendale più tradizionale e la resistenza al cambiamento rallentano, il più delle volte, l’adozione di pratiche innovative nel settore.

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𝑫𝒐𝒄𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒊𝒏 𝒈𝒓𝒂𝒏 𝒅𝒊𝒇𝒇𝒊𝒄𝒐𝒍𝒕𝒂̀: 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒓𝒂𝒅𝒊𝒄𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒑𝒓𝒐𝒃𝒍𝒆𝒎𝒂!

E’ incredibile quanto gli insegnanti nelle scuole italiane fatichino a comprendere la complessità dei ragazzi pluriculturali e tendano a gettare la spugna dinnanzi alla loro apparente fragilità. Non capiscono a fondo come valorizzare la loro adattabilità e interpretano la loro lentezza di apprendimento come una mancanza di qualche neurone. Spesso deriva da una preparazione inadeguata nel gestire la diversità culturale in aula. C’è molto lavoro da fare e la strada sarà certamente lunga, ma quel lavoro deve essere fatto sul singolo docente, sul suo approccio e sulla sua capacità di guardare ogni studente come una risorsa unica.

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Praticare la gentilezza? Attenzione! Soprattutto se siete persone razzializzate o di minoranza

“Ho notato che quando sei troppo amichevole, troppo gentile e troppo socievole, le persone iniziano a mostrarti una mancanza di rispetto”.

Così esordisce Chiara durante una delle nostre sessioni di Mentoring professionale. E come darle torto?

A volte la gentilezza può essere interpretata come debolezza o ingenuità. Molte persone associano l’essere amichevoli e socievoli a una mancanza di assertività, e questo può portare alcuni a sottovalutare chi è particolarmente gentile. Se sei sempre stata carina, facendo sempre cose per gli altri, continueranno a pretenderlo e, penseranno di poterne approfittare a comando, camminando sopra le tue scarpe come se tu nemmeno fossi lì in quel momento.

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Non immaginate minimamante cosa c’è in una tazza di caffè!

L’assunzione dei miei collaboratori è una delle fasi più complicate nella gestione delle mie aziende, soprattutto per una persona come me che guarda più alla sostanza che alla forma.

Non posso pensare di aver assunto un ingegnere minerario con un curriculum degno del più alto baronaggio accademico ma poi si perde in un bicchiere d’acqua quando si tratta di adeguarsi a contesti di lavoro dove la sopravvivenza richiede particolari abilità creative e immenso sangue freddo. O investire su un collaboratore Mentor, eccellente nella teoria strutturata ma incapace di empatizzare con il proprio Mentee e assicurare quella base minima di un safe space dove costruire la relazione professionale.

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